Ph.Antonella Aresta

Il sesso utile

Proseguo le riflessioni con una significativa maestra di lettura, nata nel 1929 e scomparsa nel 2006, scrittrice, giornalista e attivista. Avevo quarantadue anni quando il giornalista Tiziano Terzani confrontò duramente Oriana Fallaci per la sua brillante lezione di intolleranza(1), e io gli diedi ragione. Mi parve, allora, che Fallaci, in seguito agli attentati dell’11 settembre, fosse caduta miseramente difendendosi dalla paura e dalla tristezza, coprendole con la rabbia e l’orgoglio contro l’Islam(2). Cadendo, a mia volta, continuai ad acquistare i suoi libri, anche quelli minimi e precedenti, senza leggerli.

Da Il sesso inutile, pubblicato nel 1961, riprendo gli scritti di Oriana Fallaci con la coscienza odierna che il dolore, la fatica, la malattia, la solitudine modificano, di un essere umano, lo sguardo, il comportamento e le parole sul mondo. Rimango, altresì, convinta che possiamo apprendere a combattere senza odiare e senza cedere alla frustrazione impotente, come suggerisce la filosofa Luisa Muraro(3).

Il direttore de L’Europeo propone a Oriana Fallaci, allora trentenne, un’inchiesta sulla condizione della donna. Per lei, scrivere sulle donne, come se fossero una fauna speciale, appare ridicolo e sta per rifiutare. L’incontro con una signora affranta e sfiduciata che, però, ha tutto dalla vita, la convince a partire, alla ricerca delle condizioni possibili perché ogni donna possa essere felice. Il libro risente delle attività iniziali in ambito cronachistico, è il resoconto di un lungo percorso, affiancata dal fotografo Duilio Pallottelli. Il viaggio tocca principalmente mete orientali, il Pakistan, l’India, l’Indonesia, la Cina (Hong Kong), il Giappone e le Hawaii. Fino alla grande America: eravamo a New York, la metropoli dove le donne comandano come in nessun’altra parte del mondo.

Ovunque, le donne possono essere ritenute e viversi come inutili e sbagliate. Contare tutto o contare niente è la stessa cosa: gli estremi condannano le donne alla patologia bipolare.

Il sesso inutile è un paradosso, una boutade, ribadisce Fallaci, nell’intervista rilasciata al giornalista Ugo Zatterin, nel 1961, durante la trasmissione Controfagotto(4). E apprendiamo che la categoria dell’utilità non si incrocia con le riflessioni sulla sessualità e che non può esistere un sesso utile o inutile. E che il sesso è diverso dal genere. La storia negata delle donne e delle loro opere è una cicatrice, è un dolore sempre più complicato che tutte portiamo addosso. L’emancipazione e il progresso, slogan acquistati e venduti in società ingiuste, possono diventare un inganno, se la donna non ha la possibilità di vivere indipendente economicamente, autonoma psicologicamente e libera socialmente, assieme a tutte le altre.

Da un capo all’altro della terra le donne vivono in un modo sbagliato: o segregate come bestie in uno zoo, guardando il cielo e la gente da un lenzuolo che le avvolge come il sudario avvolge il cadavere, o scatenate come guerrieri ambiziosi, guadagnando medaglie nelle gare di tiro coi maschi.

Tutte, risposi a Laureen, erano più o meno consapevolmente lanciate verso qualcosa che non può provocar che dolore, un dolore sempre più complicato. Il grande ritornello che scuote le donne dell’intero globo terrestre si chiama Emancipazione e Progresso: ogni volta che sbarcavo in un nuovo paese mi trovavo dinanzi queste due parolone e le donne se ne riempivan la bocca quasi si fosse trattato di chewin gum. Gliele abbiamo insegnate noi donne evolute, come a masticare chewin gum, ma non gli abbiamo detto che il chewin gum può far male allo stomaco.

Ne Il sesso inutile è interessante la via intrapresa dall’autrice, via di conoscenza e di comprensione della realtà. Gli incontri e le interviste trasmettono la disponibilità al servizio e all’ascolto, la cura del tempo e dello spazio nelle interazioni, la gentilezza tenace, lo studio. Senza ipocriti moralismi, Fallaci ricorda a ogni donna come l’essere vera e laica significa registrare ciò che vede e ascolta con onestà e rigore. Onestà, ci insegna, è non fare sconti a noi stesse, è combaciare con la propria nudità, con le contraddizioni e i dispiaceri. Onestà è impegnarci a proteggere, grazie al viaggio che è sempre anche psichico, il diritto di parola.

Nelle righe bianche del testo rivedo Oriana in ogni età vissuta, a dieci anni, a coinvolgersi con il padre antifascista in piccole e pericolose attività e poi, giovane e innamorata, a decidere l’interruzione volontaria di gravidanza, a rinascere affrontando la depressione e a scegliere di inviare, per ripicca, la corrispondenza amorosa alla moglie del meschino amante. Oriana, in ogni tempo, risceglie ancora e ancora l’amore come un atto eroico, fino al sacrificio della scrittura sublime e dolorante nel romanzo Un uomo. Con le parole scava, curiosa e intransigente, senza perdere la forza, combattente con la tenerezza, unita e in perenne conflitto interiore.

Femminismo non è una brutta parola e anche se Fallaci non si è mai dichiarata femminista, ritrovo nel linguaggio e nella sua stessa esperienza le origini di un desiderio diventato un movimento per gruppi numerosi e diversi, le origini di una trasformazione della storia ancora in corso, dispersa in mille rivoli che non ci trovano in accordo, non sempre, non tutte, non per forza.

Contano il corpo, la testa, il cuore, le parole delle donne, matte tutte, sì. Contano, se le donne rimangono libere a generare una cultura nuova dell’umano. Condivido dal testo:

… Tanto, il nostro, è un sesso inutile. Il discorso mi turbò un poco. È come un tale che non si ricorda di avere le orecchie perché ogni mattina se le ritrova al suo posto, e solo quando gli viene l’otite si accorge che esistono, mi venne in mente che i problemi fondamentali degli uomini nascono da questioni economiche, razziali, sociali, ma i problemi fondamentali delle donne nascono anche e soprattutto da questo: il fatto d’essere donne. Non alludo solo a una certa differenza anatomica. Alludo ai tabù che accompagnano quella differenza anatomica e condizionano la vita delle donne nel mondo. Nei paesi mussulmani, ad esempio, nessun uomo ha mai nascosto la faccia sotto un lenzuolo per uscir nelle strade. In Cina nessun uomo ha mai avuto i piedi fasciati e ridotti a sette centimetri di muscoli atrofizzati e di ossa rotte. In Giappone nessun uomo è mai stato lapidato perché la moglie ha scoperto che non era vergine.

Note

  1. https://volerelaluna.it/cultura/2021/08/21/terzani-il-sultano-e-san-francesco-lettera-a-oriana-fallaci/
  2. https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/09_Settembre/15/rabbia1.shtml
  3. https://www.libreriadelledonne.it/_oldsite/news/articoli/contrib041012_muraro.htm
  4. https://www.youtube.com/watch?v=i0AYO-3teCU

Numero 19 Archivi – La Stanza di Virginia

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